Sanità Ligure, accade ieri che…

Regione Liguria ed Alisa si fanno bocciare un concorso per 274 OSS dal Consiglio di Stato.
Persino gli alleati di Toti insorgono verso il fallimento dello stesso sul tema sanità.

Medici e dirigenti sanitari, con organici già ridotti al lumicino, falcidiati dai contagi al punto da rendere problematica la copertura dei turni di lavoro, letteralmente non ce la fanno più, con i problemi di sempre intrecciati a quelli creati dal Covid, che ha fatto da acceleratore di fenomeni latenti. Servono soldi e personale aggiuntivo, senza il quale semplicemente,non se ne esce.

Servirebbero quei soldi con cui la Regione Liguria ha creato un buco nero al bilancio della sanità. Senza soldi per la sanità intesa in senso stretto, poco contano i soldi edilizi del PNRR.
Continuando a utilizzare il lessico bellico adoperato fin dall’inizio del contrasto alla pandemia, per evitare una Caporetto sanitaria occorrono misure urgenti dedicate all’esercito di chi rimane in trincea. Se oggi siamo costretti al contenimento, occorre procedere al rafforzamento delle linee di difesa, visto che l’enorme capacità infettiva del virus sta facendo ricadere sui pronto soccorso e sulle terapie intensive un numero enorme di accessi, una quantità di pazienti che il sistema sanitario ha serie difficoltà a gestire.

Le aziende sanitarie hanno già avviato la riconversione di interi reparti e interrotto attività ambulatoriali e chirurgiche di elezione, portando acqua, in un gioco a vasi comunicanti, alla pandemia sommersa delle prestazioni negate. E hanno provveduto a revocare ferie e permessi a un personale in pieno burnout psichico e fisico, demoralizzato dopo due anni di superlavoro, esposto ad aggressioni non solo verbali, malpagato e costretto a carichi di lavoro massacranti. Ciononostante, medici, dirigenti sanitari e infermieri rimangono in prima linea, in quelle trincee che non possono essere abbandonate, pagando prezzi durissimi.

La legge di bilancio ha colpevolmente dimenticato le criticità di un personale che è il vero baluardo al dilagare di un virus dagli effetti disastrosi. Ora occorre rimediare con misure urgenti quanto incisive, evitando l’errore di sovrapporre il piano della politica con quello della sanità concependo le misure anti-virus come messaggi in codice per l’elettorato.

Non possiamo dimenticarci che la Regione Liguria dette l’indicazione alle aziende sanitarie di bloccare in termini generali le assunzioni in relazione alle difficoltà legate al bilancio regionale che soprattutto nella parte relativa alla sanità è in grandissima sofferenza.

Non possiamo farlo, perché i bisogni delle persone, a differenza delle assunzioni, non si possono fermare e i servizi per funzionare hanno bisogno di persone che ci lavorino dentro. Occorrono questi investimenti, occorre questa politica, perché qui non “Adda passà ‘a nuttata!”. Alla Regione Liguria non possiamo battere le mani per i soldi del pnrr se non capisce che occorrerebbe battere i pugni sul tavolo del Ministero della Salute e dell’Economia perché stanzino le risorse necessarie, non si può infatti accettare che la “straordinaria” situazione legata alla pandemia trovi risposta dal finanziamento “ordinario” da parte dello Stato. Eppure il Governatore a Roma va e sta sovente, ma si dimentica essere assessore alla sanità Ligure!

E non possiamo certo plaudere e sostenere l’attuale amministrazione comunale cairese che alla luce delle dichiarazione di ieri di tutta la Lega, è l’unica che continua a seguire supinamente questa Giunta regionale, limitandosi a venderci la logica passiva del male minore proprio quando i temi da trattare sono il diritto alla salute e una visione dei bisogni sociali. Rivendichiamo il diritto alla salute e il benessere delle comunità come diritto universale delle persone e tuteliamo le lavoratrici ed i lavoratori per garantirlo. Questo patrimonio di deontologia e di civismo, e soprattutto il diritto alla salute pubblica e immediata non merita una frettolosa rimozione collettiva da parte di una politica in altre faccende affaccendata, o assolutamente incompetente.