Dimentica il passato, non preoccuparti del futuro, vivi nel presente

C’è un adagio popolare nella nostra società, molto ripetuto da alcuni giovani, che va più o meno così: dimentica il passato, non preoccuparti del futuro, vivi nel presente.

Ma coloro che scelgono di dimenticare semplicemente il passato perdono il suo massimo potenziale. Ci sono lezioni preziose da trarre da esso. E coloro che scelgono di porre le domande giuste sul proprio passato sono più preparati a vivere la vita al massimo nel presente.

Così anche oggi mi viene da ricordare la morte di Borsellino e chiedermi se lui e Falcone non fossero stati uccisi se saremmo diventati comunque un Paese che non lotta più le mafie, debole e ormai destinato a un progressivo e costante regresso politico, culturale ed economico o se L’Italia avrebbe dunque progredito di più soprattutto nel rafforzamento di quel senso dello Stato che dopo la loro morte si è notevolmente affievolito. Sono cosciente che cambiando lo “scenario” non è detto che sarebbero comunque riusciti a portare a termine, da vincitori, la partita. Sono convinto però che l’avrebbero giocata con tutte le loro forze e con il massimo impegno fino all’ultimo respiro come hanno ampiamente dimostrato nella loro esistenza. Così magari da trasformare quel “qui è morta la speranza dei palermitani onesti” in “qui rinasce la speranza dei tanti italiani onesti”.

È pensando così che la formula “lo stato siamo noi” acquista un senso, smuove la volontà.

Oggi in questa Italia non ci serve a nulla avere politici che si fregiano di essere onesti, di portare sulle spalle le loro idee. Li abbiamo già visti. Abbiamo bisogno di bambini che un giorno, molto presto, potranno essere magistrati, sindaci, parlamentari, ingegneri, operai che conosceranno la storia di questo paese, vivendo ogni giorno la loro battaglia e non solo il 19 luglio.

Ci riusciremo?