Sanità Cairo: dieci anni di storia

Ecco un diario sintetico di cosa è davvero accaduto. Date, cifre e dichiarazioni.

Siamo tutti delle persone con il diritto alla salute.
Conoscere fatti e documenti archiviati in tanti anni è fondamentale.
I tagli indiscriminati alla sanità hanno ridotto drasticamente l’offerta sanitaria nel Ponente e nella Val Bormida, tagli forse studiati a tavolino dai ragionieri, dalla politica, più che da chi in sanità ci lavora davvero.

Siamo passati dal sentirci dire quanto costava l’ospedale di Cairo Montenotte, al fatto che i Pronto Soccorso di Albenga e Cairo in fondo costassero alla sanità ligure “solo” 300.000 euro in più.

300.000 euro di  buco economico nel bilancio regionale di 18 milioni di euro nel 2011 solo per la provincia di Savona, sono la chiara risposta che i vertici regionali non hanno voluto risparmiare altrove, senza nemmeno conteggiare se i costi di viaggio di ambulanze e auto medicale, avanti e indietro da Savona, fossero inferiori a questa cifra. Senza nemmeno avere il pensiero che se ci fossero più codici rossi contemporaneamente, potevano non essere disponibili ambulanze perché quelle in servizio già in viaggio per Savona.
Da grande ospedale, a pronto soccorso, a PPI, a niente. I privati? E chi li ha mai visti!
Addebito queste scelte studiate e volute, ai vertici sanitari e regionali: in soldoni si è scelto meno medici, meno ore, meno servizi.
Ma permettetemi di dire che la differenza tra quanto avevamo negli anni 2010/2012 ad oggi è abissale. Comprese le lotte locali che venivano fatte.
La revisione della rete sanitaria è stata per anni una storia travagliata. Dobbiamo avere la coscienza e la conoscenza di aver visto questo:

  • L’assessore alla sanità di allora Claudio Montaldo, già anni prima del 2012 era determinato a portare a casa la riorganizzazione della rete di emergenza (che riguardava anche le centrali del 118).
    Prima del 2012 però gli era stato fatto ingoiare un “no!” come un boccone amarissimo da una rivolta interna alla sua maggioranza, oltre che localmente dal sindaco Briano allora in carica che  caldeggiava per un Pronto soccorso di area montana.

  • A Roma in quegli anni mentre si parlava di spending review, quella della Regione Liguria rischiava di essere superata da una, ben più radicale, del governo.
    I pronto soccorso dei quattro ospedali liguri dovevano diventare punti di primo soccorso sulla base di conti: un Pronto soccorso costava solo di personale circa 2 milioni di euro perché la dotazione standard prevedeva la doppia guardia medica e chirurgica e 4 infermieri e operatori socio sanitari per 24 ore. I costi si dimezzavano per il Punto di Primo soccorso organizzato sulle 24 ore (1.026.000) e scendevano ancora nel caso di apertura per sole 12 ore.

  • L’assessore alla sanità Montaldo insisteva sulla “cura dimagrante”, adducendo che i quattro punti di Pronto soccorso ricevevano in media 20,5 accessi per notte.
    Localmente il sindaco Briano insisteva sulla zona disagiata: 40 mila residenti disseminati in 530 kmq di territorio montano, con difficoltà di collegamento. Tanto da incontrare il 13.10.2012 il ministro della Salute Balduzzi ad Acqui Terme proprio per quell’ospedale definito dallo stesso Ministro “ospedale di confine”.

  • Nonostante la chiara posizione del sindaco di Cairo, dei sindacati, del personale medico attivo e della popolazione che era ben diversa rispetto al Governo della Regione Liguria, la mattina del 29.10.2012 il Pronto soccorso di Albenga e quello di Cairo Montenotte venivano chiusi per i tagli agli stanziamenti sanitari, decisi dal governo e attuati dalla Regione col declassamento delle precedenti strutture in due semplici punti di primo intervento. 

  • Inizia così la vita dell’ospedale cairese privo del Pronto Soccorso, la Comunità locale e la maggioranza locale continua a lavorare credendo fermamente nella necessità dell’ospedale chiedendo urgenti investimenti.
    Arrivano così 2 milioni e mezzo di euro per il nuovo blocco operatorio terminato nel 2013: due sale dedicate e i locali di servizio annessi per il personale medico e infermieristico, quindi il locale per la preparazione e il risveglio dei pazienti, l’ufficio della caposala, il deposito del materiale e delle attrezzature. Realizzati anche i sette ambulatori specialistici con relativi locali di servizio. Potenziato anche il Punto di Primo Intervento con una nuova sala visita.
    Le prestazioni nel 2014 in sala operatoria furono 1127.

  • Esami ecografici nel 2013 furono oltre 2600 sia per pazienti del comprensorio della Val Bormida sia provenienti da tutto il territorio provinciale.

  • Il 04.08.2014, diventa operativo un nuovo ecocardiografo presso la Cardiologia dell’ospedale San Giuseppe di Cairo. L’apparecchiatura, del costo di circa 60 mila euro, veniva donata dalla Fondazione De Mari.

  • Nel 2015, l’ospedale di Cairo è nuovamente depotenziato dalla Regione e dai piani sanitari.

  • Si torna sull’ accorato appello di ospedale di zona disagiata e anche il Movimento 5 stelle presenta una mozione in Regione.

  • Aumenta il fronte dei Comuni sulla petizione per avere un ospedale di area disagiata, e a gennaio 2016 le firme sono 9.000.

  • Febbraio 2016: si allontana sempre più il riconoscimento di ospedale di area disagiata, e il 29.03.2016 la mozione del M5S è bocciata dalla Regione; vota contro persino Angelo Vaccarezza capogruppo di FI che venne a Cairo a firmare la petizione.

  • Nel dimenticatoio ci finisce anche la petizione con la firma di 18.000 cittadini.

  • Fulvio Briano convoca la conferenza il 04.04.2016 convoca la Conferenza dei sindaci del distretto socio sanitario. 

  • Sonia Viale nel frattempo ha sulla bocca solo la parola privatizzazione. E promette un libro bianco sulla sanità per l’autunno.

  • Di bianco non arriva niente e i report neri sulla sanità di ottobre 2016 dimostrano lo scivolone Liguria tra le ultime 9 regioni.

  • Si inizia in maniera lampante ad assistere all’impoverimento del nosocomio valbormidese, e alla mancata copertura dei posti in organico.

  • Il sindaco Briano presenta il 15.11.2016 un documento articolato in tre punti per chiedere: la conferma della funzione del Santa Corona come DEA di II livello, la conferma della funzione del San Paolo, e la qualifica di area disagiata dell’ospedale di Cairo Montenotte.
    Con forza e da anni viene altresì chiesta la costruzione di un vincolo autostradale di accesso al San Paolo di Savona. 

  • È emergenza specialisti, la Regione Liguria non racconta la verità perché quello che sta avvenendo è quello che vuole. 

  • Il sindaco Briano 29.11.2016 scrive nuovamente all’assessore Viale perché venga a dire ai valbormidesi le intenzioni vere della Regione Liguria.

  • 20.01.2017 Regione Liguria mette sul mercato gli ospedali di Bordighera, Albenga e Cairo Montenotte al grido “si risparmia!”. Si inizia a decantare il famigerato modello Lombardo come il migliore da seguire.

  • 09.02.2017 L’assessore Sonia Viale a Palazzo Città a Cairo dichiara che la strada è solo quella della privatizzazione: aggiunge esattamente quello che oggi si sta verificando chiarendo “se non arriveranno i privati il destino dell’ospedale di Cairo e’ quello di diventare una RSA.”

  • Il giorno seguente Fulvio Briano totalmente contrario alla privatizzazione anche rispetto alle posizioni non unanimi degli altri sindaci della Valbormida, si dimette da presidente del Distretto socio sanitario.

  • Altri professionisti, per lo più medici, iniziano a preferire altri incarichi in altre ASL di fronte all’incertezza della “privatizzazione” e alla mancanza di prospettive per la loro carriera.

  • Anno 2017: a Cairo Montenotte è nuovamente momento di elezioni comunali.

  • Paolo Lambertini imposta la propria campagna elettorale sull’ospedale di Cairo Montenotte, con relative promesse per lo stesso.

  • 12.07.09 il TAR inizia a stoppare l’arrivo dei privati. Il ricorso del Policlinico di Monza immobilizza l’arrivo del Galeazzi, i concorrenti giunti secondi.

  • Neppure questa situazione kafkiana fa desistere dalla valutazione obiettiva che la scelta del privato così come attuata è disastrosa.
    Il vicesindaco Speranza nonché assessore alla sanità alla stampa locale dichiara il 23.09.19 l’importanza e l’utilità per la valle dell’arrivo dei privati. E in data 04.10.19 la maggioranza dice no alla richiesta di un consiglio comunale a tema ospedale.

  • In consiglio comunale si inizia a essere riottosi nel parlare della questione.

  • 21.12.2019 L’assessore Viale, osannando come fatto il passaggio tra pubblico e privato, dichiara che arriveranno per il San Giuseppe 4,5 milioni per interventi di sicurezza.

  • Una valanga di soldi per un ospedale svuotato e “in vendita” ma 02.01.2020 la Regione Liguria non ha soldi per un’ altra indispensabile automedica.

  • 19.03.2020 alle ore 14 anche il Punto di primo intervento (PPI) chiude.

  • 12.05.2020 Toti grida al riapriamo tutto ma non gli ospedali.

  • 14.05.2020 Otto sindaci chiedono che l’ospedale San Giuseppe di Cairo sia riaperto e viene chiesto al sindaco Lambertini di convocare il distretto socio sanitario che non lo convoca.

  • 06.06.2020 il TAR annulla nuovamente l’aggiudicazione ai privati.

  • Ciò forse smuove qualcosa e durante il Consiglio comunale del 21.06.2020 si riesce a fare linea comune chiedendo le opportune e indispensabili riaperture.
    Il sindaco Lambertini dichiara di essere pronto a dimettersi ove non si ritorni ad un PPI H24.

  • 13.07.2020 riapre solo un ambulatorio per codici bianchi a cui non si può accedere in ambulanza. Per Lambertini sono scelte da accettare vista l’emergenza, per tutti gli altri sono rabbia e presa in  giro.
    Una presa in giro è anche l’affermazione di Lambertini che occorre attendere l’udienza del Consiglio di Stato del 05.10.2020, udienza decisionale che in realtà era fissata per dicembre 2020.

  • 23.10.2020 grazie ad un’attività sempre presente dei sindacati e dei Comitati locali, si riesce a sottoscrivere un documento condiviso da sottoporre in Regione Liguria, volto a riottenere servizi ma anche a essere messi a conoscenza dei piani, vista l’assenza continua di chiarezza;
    Il documento ad oggi resta nei cassetti della Regione, riposto. Forse.

  • 06.01.2021 L’inverno arriva come la neve, ed è evidente che è un disastro non avere niente. Si chiede una seconda automedica. La Regione Liguria ignora Cairo.

  • 03.02.2021 Toti finalmente fa una videoconferenza, ed ecco il primo passo indietro sulla privatizzazione, forse si pensa a riaprire il PPI h12 ma nessuna data certa.

  • 04.02.2021 gli infermieri scrivono al Presidente del Consiglio Draghi, con un appello:“ci sono le condizioni per riaprire ascoltateci”.

  • La parola ascolto la Regione Liguria sono anni che non sa cos’è. Mirabolanti promesse in campagna elettorale ma siamo a arrivati a maggio 2021 e l’urlo parte dai sindacati e dai cittadini ma non dalla politica locale.

  • Occorrerà attendere il 01.06.2021 per vedere la riapertura del PPI ma solo h12 e solo per codici bianchi.

  • Siamo al 25.08.2021: nessuna promessa di giugno mantenuta dal Presidente della Regione Liguria Toti: nessuna sala operatoria aperta, il PPI resta aperto solo h 12.

  • 25.09.2021 riunione distretto socio sanitario: nulla di fatto.

  • 12.10.2021 il Consiglio di Stato boccia il ricorso del ricorrente Galeazzi, la Regione Liguria non  sembra più favorevole alla privatizzazione, ma per l’ospedale di Cairo nulla cambia.

  • 14.10.2021 Toti regala sulla carta milioni di euro (quelli che probabilmente pagherà al Policlinico di Monza).

  • 20.11.2021 “Cairo sarà il primo ospedale di comunità “. Anche se non sapete cos’è, ringraziate.

  • 30.11.2021 Monica Cirone è il nuovo  direttore socio-sanitario dell’ Asl 2, che dichiara pubblicamente il suo impegno per “trasformare il San Giuseppe nel primo ospedale di comunità della Liguria, dichiarando altresì che a Cairo arriverà anche una casa di comunità”. 

  • 01.12.2021 in consiglio regionale si boccia la richiesta di sospendere la decisione sull’ ospedale San Giuseppe e si sceglie di non ascoltare la voce dei cittadini,dei medici e degli infermieri.

  • 17.01.2021 l’interlocutore principale tra territorio e sanità che è il Sindaco, (Lambertini), venendo meno alle promesse fatte in campagna elettorale, pone una pietra tombale sulle speranze dei cittadini della Valbormida che da anni chiedono il ritorno del PS o di un PPI aperto H24.
    Lambertini sceglie di seguire il luccichio di paventati soldi, sceglie mattoni e strutture, senza cablatura della città. Sceglie di non stare dalla parte del suo territorio e dei suoi cittadini (e pensare che dichiarò che si sarebbe dimesso), sceglie di sposare quello che il suo partito e il suo Governatore gli indicano a priori, e annuncia 10milioni di euro come investimento certo (non si sa bene su cosa) senza nemmeno valutare quello che sarà il “Contratto Istituzionale di Sviluppo” per controllare la riforma sanitaria.
    Sceglie di appoggiare un Toti che da anni sparpaglia senza progetto i denari disponibili, perché sta dalla parte di una Giunta regionale capace solo di costruire consenso non preoccupandosi dello sviluppo. Sceglie di usare altresì la tecnica di scaricare sempre sugli altri e sul passato la responsabilità delle cose che accadono. Beh non è produttiva e neppure appagante. Mai.
    Significa solo che tu che ora eri seduto sulla poltrona non sei riuscito a cambiare niente!

  • Il presidente Toti in videoconferenza si limita a leggere la delibera regionale del 29.11.2021 (ma vedasi anche quella del 28.09.2021 e 19.1.2021) di cui il Sindaco Lambertini sembra non conoscere il contenuto.
    Afferma che gli interventi previsti per la riconversione dell’ospedale di Cairo Montenotte in ospedale di Comunità, verranno avviati nel 2023 e termineranno nel 2026. Nessuno gli domanda “ e nel frattempo?”.

  • 05.02.2022 alcuni sindaci convocano a Plodio una riunione per il progetto sull’ospedale mentre contestualmente Lambertini indice un incontro tra sindaci e ASL 2, dove addirittura si strumentalizzano i numeri di accesso per mascherare il fallimento delle decisioni di “Cambiamo!” appoggiate da Lambertini che dichiara “non c’è aumento dei dati sugli accessi, non ha alcun senso insistere sul P.S”.

  • 16.03.2022 in vista del Consiglio comunale del 19.03.2022 dove si dovrebbe votare per proseguire l’iter per avere un Ospedale di area disagiata, Lambertini dichiara: “ribadisco concetti detti e ridetti l’area disagiata non è la soluzione. La strada e’ chiara.. 10 milioni.. ospedale di comunità..nessun pronto soccorso”

La vicenda dell’ospedale di Cairo è molto complessa e il suo destino negli ultimi anni è stato segnato da decisioni politiche fortemente penalizzanti per il nostro territorio e sicuramente prive di lungimiranza.
C’è però anche chi come si legge in questo articolo, ha sempre provato a stare dall’unica parte corretta, quella dei cittadini.
Sono passati tanti anni, ne ho narrati 10. Ho sempre trovato avvilente dare le colpe oppure osannare chi c’era prima, ma almeno in quel prima c’era un ospedale pubblico.
Su di esso si investiva, c’erano sale operatorie, numeri e dati di accessi e attività e un PPI aperto H24. Così tanta incuranza, scelte scellerate e promesse non mantenute, per di più messe come coccarde sul petto non se ne erano mai viste.

Eleonora Infelise, Avvocato