Andrea Pasa (CGIL): infrastrutture e rilancio economico in Valbormida

La competitività di ogni singolo territorio è sempre di più la chiave di volta per attrarre investimenti e quindi rilanciare economicamente e socialmente ogni luogo. La competitività la si può migliorare ed aumentare solo potenziando i servizi di quel territorio, per questo il tema delle infrastrutture insieme ai temi legati al socio sanitario , all’istruzione e alla salvaguardia dell’ambiente sono temi generali che concorrono in maniera straordinaria alle condizioni economiche e sociali di ogni territorio e quindi di vita per chi ci abita.
Per questo penso che in questa fase decisiva per la ripresa economica e sociale del nostro Paese, il savonese rischia di perdere l’occasione irripetibile costituita dai fondi europei a disposizione per l’Italia nel settennato 2021-2027 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR – Recovery Plan) con particolare riferimento alle risorse previste per la Missione 3 – Infrastrutture per la Mobilità sostenibile nelle sue diverse linee di azione improntate alla sostenibilità ed all’efficienza del sistema della mobilità.

Le carenze infrastrutturali e le criticità del sistema della mobilità rappresentano un limite alla ripresa economica, produttiva, turistica e sociale della nostra provincia ma soprattutto per l’entroterra savonese già fortemente colpito da una deindustrializzazione che ha impoverito gran parte della Valbormida.

In Liguria gli investimenti in grandi e piccole opere infrastrutturali in costruzione o sui blocchi di partenza valgono oltre 16 miliardi di euro e se, finalmente sbloccati, potrebbero fare aumentare il PIL Ligure dell’1,4% per i prossimi 10 anni con importanti ricadute in termini di occupazione, diretta ed indiretta, sia nelle fasi di realizzazione che di manutenzione ed utilizzo.

L’area Savonese è collocata strategicamente in una posizione di cerniera fra i collegamenti Italia-Francia-Spagna e la direttrice del Nord Ovest. Ha storicamente svolto un ruolo non soltanto come punto vitale logistico, ma anche come area produttiva attraverso un’armatura industriale importante.

Il tessuto produttivo seppur fortemente ridimensionato a partire dagli anni ‘80, è oggi caratterizzato dalla presenza qualificata e ancora rilevante delle filiere dell’energia, della meccanica, della portualità, della trasportistica-logistica, dell’aereonautica, del vetro e dell’acciaio.

Settori che vedono, accanto ad una serie di difficoltà, forti potenzialità date dagli investimenti di grandi gruppi internazionali e dalla presenza di qualificati centri di ricerca e di logistica gestiti anche dal pubblico. In primis il Campus Universitario di Savona che oggi conta oltre 1.000 studenti, decine di start up ed è soggetto fondamentale per il rilancio ed il futuro di questa Provincia.

Un territorio con una vitalità ritrovata e con un forte desiderio di rilancio, così come si è registrato negli ultimi due anni, soprattutto a fronte della risposta eccellente ricevuta nell’ambito della partecipazione ai bandi (nazionali e regionali) inerenti all’iter di Area di crisi industriale complessa, largamente superiore a quella registrata in altri territori per iniziative analoghe.

Al tempo stesso, un’area che chiede a gran voce l’intervento delle istituzioni per affrontare e superare le tante criticità presenti soprattutto nella grande industria. Un sostegno concreto alle imprese e, ultimo ma non in ordine di importanza, investimenti sulle infrastrutture per fare tornare competitive la provincia e la Liguria.

Il nostro territorio, così come il nostro Paese, non dispone di un patrimonio infrastrutturale adeguato al suo sistema economico e produttivo. Si tratta di una realtà incontrovertibile che incide negativamente anche sulla qualità della vita dei cittadini: i trasporti, la viabilità, le reti di comunicazione, i sistemi portuali, la raccolta e la valorizzazione dei rifiuti, la manutenzione idrogeologica del territorio sono questi alcuni dei principali settori di sofferenza.

Ad oggi risulta del tutto assente un documento di posizionamento del Savonese, che denota una scarsa capacità degli amministratori locali di costruire proposte e progetti per i territori che rappresentano, rispetto al PNNR che definisca un sistema di obiettivi alla sostenibilità ambientale e all’efficacia del sistema della mobilità con le relative azioni e progetti da proporre per la sua ripresa.

La mancanza di progetti e quindi di congrui investimenti a riguardo rischia di accrescere ulteriormente il gap economico, produttivo e sociale con altri territori, non solo facendo perdere competitività alla Provincia di
Savona, ma determinando anche un peggioramento delle condizioni sociali delle comunità soprattutto quelle che vivono nei luoghi più interni della nostra provincia.

La dotazione infrastrutturale della nostra Provincia, di fatto, non ha subito negli ultimi decenni alcuna modifica sostanziale- autostrada SV-TO che risale a fine degli anni 60 e una rete ferroviaria SV-TO e SV-AL che addirittura risalgono a fine dell’800- risultando oggi pesantemente inadeguata, soprattutto per le sfide future.

Una viabilità stradale carente, un’insufficiente capacità dell’infrastruttura ferroviaria (che per l’industria, la logistica e il turismo rappresenta elemento di penalizzazione rispetto ai costi di trasporto) ma anche l’inadeguatezza delle infrastrutture digitali (oggi determinanti nelle decisioni di investimento in questa area nei comparti industriale, logistico e turistico) rappresentano problematiche importanti da affrontare per non parlare di quelle socio sanitarie che stanno contribuendo ad allargare le diseguaglianze tra un territorio e l’altro anche quando si parla di salute, basti pensare allo stato in cui si trova l’Ospedale di Cairo Montenotte e il depauperamento continuo della sanità territoriale che mina il diritto alla salute di oltre 40 mila persone che vivono in Valbormida.

In questo senso è fondamentale creare infrastrutture adeguate nelle aree di accesso ai porti di Savona e Vado Ligure che con la presenza della Piattaforma APM Terminals offre al territorio Savonese un’occasione unica, irripetibile e, in qualche modo storica in quanto moltiplicatore economico di investimenti sul territorio.

Per questo chiediamo da tempo come Sindacato confederale alle Istituzioni Nazionali e Locali interventi urgenti nella convinzione che siano fondamentali le sinergie su questi temi delle tre regioni del Nord Ovest ,Liguria, Lombardia e Piemonte e soprattutto delle tre Provincie Savona, Alessandria e Cuneo che potrebbero utilizzare le opportunità del nostro territorio per rilanciare l’intera area del Paese ad iniziare proprio dalle aree interne già oggi disponibili ad accogliere investimenti – solo in Valbormida oltre 1 milione di mq si sono liberati dalle tante, troppe chiusure industriali degli ultimi 20-30 anni.

Alla luce della poca attenzione dimostrata dalla Politica Locale e dagli Amministratori Locali – i Sindaci in primis – e consci della straordinaria opportunità che ci viene data dal PNRR, abbiamo ritenuto come CGIL CISL UIL di Savona di costruire nel mese di maggio un dossier sulle infrastrutture strategiche per il nostro territorio – stradali, ferroviarie, portuali etc etc facendo incontri con le associazioni datoriali, cittadini, lavoratori e istituzioni locali. Un dossier che abbiamo inviato a tutti i Sindaci della Provincia di Savona e di Imperia, alla Regione Liguria, alla Provincia di savona e ai Ministeri interessati, convinti di poter dare un contributo ad un tema così importante.

Spiccano su tutte le opere da e per la Piattaforma Apm : la strada a scorrimento veloce Vado–Quiliano-Savona, il nuovo casello di Bossarino a Vado Ligure, la messa in sicurezza e l’ampliamento delle infrastrutture ferroviarie che come da impegni dovrà essere utilizzata per trasportare almeno il 40% di contenitori che usciranno ed entreranno in Piattaforma, il raddoppio ferroviario tra Altare e Ceva nella linea SV-TO, gli interventi di ammodernamento del segnalamento ferroviario da Savona ad Alessandria ed il completamento dei lavori dell’Aurelia Bis.

Ma non certo secondari risultano la realizzazione della bretella autostradale Predosa-Carcare-Albenga, la messa in sicurezza del tratto autostradale Savona–Torino, la realizzazione del collegamento stradale Armo-Cantarana, un intervento forte e deciso sull’aeroporto di Villanova d’Albenga ed infine il raddoppio ferroviario di ponente e la diffusione della banda larga su tutto il territorio della provincia con un particolare attenzione alle aree interessate da attività industriali, logistiche e turistiche e quelle potenzialmente interessate da nuovi investimenti.

Le richieste del territorio si innestano perfettamente nell’ambito delle priorità di sviluppo necessarie al Paese per recuperare competitività attraverso interventi di adeguamento delle infrastrutture, materiali ed immateriali, utili ad aumentare la produttività, migliorare la qualità e l’efficacia dei servizi pubblici (salute, istruzione, assistenza) ed implementare i collegamenti con il resto dell’Europa e del Mondo.

Le carenze infrastrutturali e le criticità del sistema della mobilità rappresentano un limite alla ripresa economica, produttiva e turistica della nostra provincia.

In questo quadro si innesta il ripristino delle Funivie, infrastruttura fondamentale per il trasporto delle rinfuse dalla costa all’entroterra della Valbormida che garantisce una sostenibilità ambientale molto elevata e che, anche per questo, merita di essere valorizzata anche attraverso nuove finalizzazioni ed un progetto di rilancio dell’intero comparto delle rinfuse.

La situazione di crisi che si è prodotta su Funivie può generare una grande opportunità per dare a questo comparto una risposta moderna in termini ambientali; gli elementi che rendono possibile questa opportunità in gran parte già esistono e sono il frutto degli investimenti che lo Stato e la Regione Liguria con la Giunta Burlando hanno condotto nel periodo 1998-2004 con l’investimento straordinario per la costruzione del tunnel sottomarino nei fondali del porto di Savona.

Le rinfuse solide e la loro logistica sono la base dell’industria manifatturiera e quindi rappresentano un’esigenza irrinunciabile del sistema Paese da cui non si può pensare di escluderle: la loro movimentazione è spesso ancora condotta con metodi ambientalmente non ottimali sia in fase di sbarco che soprattutto di stoccaggio e di trasporto a destino con le relative inefficienze.

Per questo da molto tempo – ben prima della frana del 2019 – CGIL, CISL e UIL di Savona si battono per la salvaguardia di questa infrastruttura che ritengono unica e utile, se non per alcuni aspetti, indispensabile per il territorio.

A tal fine accanto alle richieste di ripristino e messa in sicurezza del sistema funiviario, abbiamo chiesto a gran voce un progetto nuovo di rilancio in grado di soddisfare i bisogni di trasporto di rinfuse con modalità ecosostenibili e l’immediata nomina dei 2 Commissari, uno per la gestione della ricostruzione e uno per la gestione della concessione.

Risolta questa prima fase restano gli elementi di criticità che vanno affrontati se si vuole garantire un futuro legato ad una vera capacità produttiva e di creazione di reddito, che sono: l’unidirezionalità del trasporto (solo dal porto al parco) non più sufficiente con i volumi in gioco; la difficoltà nelle tipologie di merci trasportabili, questo elemento sommato al precedente rende indispensabile pensare alla necessità di affiancare al trasporto su cavo quello ferroviario, con modalità peraltro già sperimentate con successo nel passato.

In una logica di coordinamento con altre realtà ed attraverso l’individuazione di una varietà più ampia di prodotti da movimentare (rinfuse), il nuovo utilizzo dell’infrastruttura, che non solo dovrà essere ripristinato così come pre-frana ma anche maggiormente automatizzato, potrebbe contribuire a risolvere i problemi legati al trasporto su gomma – che in questi mesi di fermo della Funivia – stanno drammaticamente causando l’erosione della strada provinciale del Cadibona già molto fragile, moltissimi incidenti – ed allo stoccaggio dei materiali traguardando nuove opportunità di business ed ottimizzando gli investimenti di Stato degli ultimi decenni.

Per questo credo che meriti un nuovo e serio piano di rilancio che, attraverso l’individuazione di opportune sinergie, crei nuove occasioni di sviluppo economico ed occupazionale sul territorio.

Esiste, quindi, la possibilità reale di creare un nuovo sistema sostenibile e specializzato della gestione delle rinfuse tutte nell’ambito di un complesso logistico integrato tra porto, parco di stoccaggio e modalità di trasporto a basso impatto ambientale (treno e funivia).

Un progetto unico che metta in sinergia porto, funivie, ferrovia e parchi di stoccaggio (sbarco, trasporto e stoccaggio) rendendo il sistema rinfuse savonese e Ligure unico in tutto il Paese – sostenibile ambientalmente, economicamente e dal punto di vista occupazionale.

La razionalizzazione della movimentazione portuale, la limitazione del trasporto su gomma, l’implementazione del trasporto ferroviario, la realizzazione di un hub portuale/logistico a disposizione del sistema imprese e di aree di
stoccaggio retroportuali (uniche per dimensioni e spazi in tutta la Regione Liguria con i parchi già esistenti a San Giuseppe di Cairo Montenotte di oltre 120.000 mq) connesse ed attrezzate e la creazione di nuove opportunità occupazionali costituiscono alcuni dei punti di forza su cui basare il nuovo progetto industriale.

La possibilità di dar vita ad un sistema in cui tutto il processo è concentrato ed attuato in un sistema logistico integrato tra porto, parco di stoccaggio e trasporti con basso utilizzo della gomma permetterebbe la soluzione di un problema di tipo occupazionale e realizzerebbe un ciclo produttivo ambientalmente corretto a servizio del Paese.

Questo “sistema” renderebbe possibile un collegamento continuo via ferro del porto di Savona con il suo retroporto naturale della Val Bormida al servizio anche di altre tipologie di merci integrato con la storica linea Funiviaria.

Gli oneri per la realizzazione di questo sistema (aggiornamento funivia, sistema ferroviario e adeguamento parchi) costituirebbero un investimento sia sul piano ambientale che su un efficiente e competitivo servizio logistico da fornire all’industria ripagherebbero ampiamente questo sforzo del pubblico.

Per tale motivo CGIL, CISL e UIL chiedono da tempo alle istituzioni locali, Regione – Provincia e Comuni di Cairo Montenotte e Savona l’apertura di un confronto finalizzato a condividere un progetto di rilancio per l’infrastruttura che favorisca lo sviluppo economico del territorio e consenta la concessione di nuovi ammortizzatori sociali finalizzati a traguardare la ripresa dell’attività.

Un tavolo di lavoro – in cui abbiamo presentato un nostro progetto di rilancio delle Funivie e più in generale di tutto il comparto delle rinfuse – che abbiamo finalmente aperto nella giornata di Giovedì 29 luglio 2021 attraverso l’incontro che si è tenuto – su nostra richiesta – con le istituzioni locali e Regionali.

Politica Regionale e Locale che si è impegnata a continuare questa discussione nei primi giorni di settembre con l’obbiettivo di costruire un progetto territoriale condiviso tra politica, Sindacato e Associazioni datoriali da presentare al Ministero competente.

Alla riunione non era presente pur essendo stato invitato con largo anticipo – il giorno 8 luglio 2021 – uno dei soggetto maggiormente interessati il Comune di Cairo Montenotte con cui avremmo voluto discutere e confrontarci così come abbiamo fatto con tutte le altre Istituzioni presenti, al fine di poter davvero costruire le basi per un progetto territoriale serio e concreto che possa finalmente garantire occupazione, sostenibilità ambientale e un futuro al comparto delle rinfuse strategico per la Provincia ma soprattutto per la Valbormida.

Auspichiamo di poter riprendere la discussione tra poche settimane con la presenza di tutti i soggetti interessati e di ritornare ad avere una politica locale e regionale che sappia costruire progetti e proposte e le traduca in azioni concrete indipendentemente dalle appartenenze politiche ma solo guidati dal BENE COMUNE.

Ci saremmo aspettati che il “progetto” e le “proposte” per il rilancio delle Funivie – così come per le infrastrutture – fossero costruiti dalla Politica locale che ha la responsabilità di amministrare il territorio e trovare soluzione ai tanti problemi, niente di tutto questo è accaduto dimostrando ancora una volta ciò che io continuo a chiamare desertificazione politica mai viste prima, e allora lo abbiamo fatto NOI, lo ha fatto il Sindacato Confederale Savonese, auspicando che si possa gestire questa ennesima crisi industriale così come siamo stati capaci a gestire l’iter per il riconoscimento dello status di area di crisi industriali complessa del Savonese con un gioco di squadra territoriale straordinario tra Sindacato Confederale – Comuni (Cairo Montenotte e Vado Ligure in primis) – Confindustria e Regione Liguria nel corso del 2015 e del 2016.

Contrariamente saremo stati responsabili del declino economico e sociale del nostro territorio, consapevole che il destino delle imprese è legato a quello del loro territorio. Se un luogo “fallisce”, falliscono anche le imprese che in quel territorio operano e, viceversa.

Andrea Pasa, Segretario Generale Cgil Savona