La green economy parte da noi

Il tema della green economy è centrale nelle agende dei governi europei.

I progetti legati ai finanziamenti del recovery found e gli ingenti investimenti che ne seguiranno, hanno una forte impronta green: una valanga di soldi per quella che viene definita la “transizione energetica” volta all’abbattimento nell’utilizzo dei combustibili fossili. Una netta accelerazione rispetto a processi di cui abbiamo sempre parlato ma che in realtà nessuno ha mai pensato di mettere a terra con questa velocità.

Questi non sono in realtà concetti astratti e anche per chi abita in piccoli centri di provincia questa tematica può risultare molto importante.

Lo vediamo in tutto quello che si sta cercando di fare per l’adeguamento energetico degli edifici ma non abbiamo ancora compreso come anche gli investimenti e i progetti della pubblica amministrazione diventino centrali e fondamentali per lo sviluppo e la vivibilità delle periferie.

Due esempi tra i tanti. Da dicembre del 2020 i dati relativi alla vendita degli autoveicoli elettrici o ibridi è schizzata ad oltre il 30% delle vendite totali. Nei prossimi mesi, con i nuovi modelli in uscita fortemente incentivati anche nei prezzi, presto avremo un sorpasso nelle vendite di nuovi mezzi elettrici rispetto a quelli tradizionali.

Nella città in cui vivo, tolte quelle di due supermercati, è una sola la colonnina di ricarica pubblica per mezzi elettrici, frutto ancora di un progetto di Regione Liguria a cui avevamo partecipato quando ero sindaco. Per mesi non è stata quasi mai utilizzata, oggi lo è quasi permanentemente.

Il secondo tema è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili su cui nelle prossime settimane proverò anche a fare qualche approfondimento più accurato per spiegarne il meccanismo. Sono impianti fino a 200 kw di produzione di energia green che può essere messa a disposizione degli aderenti della comunità stessa. Molti sono gli esempi virtuosi di comuni italiani che si sono fatti promotori di questo meccanismo, determinanti sono le progettualità che si mossono mettere in campo anche attraverso il fondo rotativo della legge Kyoto utilizzando gli immobili comunali.

Questi e altri sono esempi che si possono portare per far comprendere come il rilancio di un territorio, la sua vivibilità e salvaguardia deve e può passare attraverso nuove progettualità che riguardano prima di tutto ognuno di noi.