Durante l’incontro del Presidente Draghi con i sindaci all’assemblea nazionale comuni Anci è stata sottolineata la centralità dei Comuni nell’attuazione del PNRR.
Nell’Italia impegnata a ripartire, «un popolo che non si arrende e si rialza», sindaci e Comuni sono ora al centro di una nuova stagione di cambiamento, con tutto quello che comporterà. Il motore essenziale della ripresa.
È un’occasione significativa per riprogettare il Paese, per il cambiamento, per ridurre ed eliminare i divari tra realtà urbane e zone rurali, per mettere in valore risorse come quelle montane, da tempo esposte al declino. È una sfida difficile che ci costringe a ripensare modelli di vita, distribuzione e accesso ai servizi, dopo decenni in cui la spinta al risparmio di risorse pubbliche, ha inciso profondamente e non sempre raggiungendo gli obiettivi.
I Comuni sono chiamati ad essere motore, così tanto che amministrare una istituzione locale richiede oggi, accanto alla cura quotidiana nella gestione dei servizi, un’accresciuta capacità di previsione e di lungimiranza. L’amministrazione locale, in maggioranza o all’opposizione, è da sempre un grande esercizio di vita democratica, ma forse mai come per questa impresa, i Sindaci e le amministrazioni,sono chiamati alla responsabilità e alla competenza.
Nell’ambito dell’attuazione del PNRR questi ultimi, sono di fatto chiamati a svolgere un ruolo di metabolizzazione degli interventi che vengono assegnati a un complesso numero di attori pubblici e privati sulla base di missioni specifiche (ecosostenibilità, mobilità, riciclo, sanità e assistenza, istruzione, lavoro, inclusione) per indirizzarli in una sorta di piano territoriale volto rigenerare il territorio e la qualità delle relazioni economiche e sociali.
Quella del PNRR è una sfida gigante per tutta l’Italia, in primis per la mancanza di quelle riforme non attuate da tempo.
Una sfida che si può vincere attraverso il personale competente, con le procedure semplificate e semplificando il codice degli appalti e la burocrazia.
I Comuni devono saper chiedere e studiare il manuale di istruzioni.
Occorre saper di più sui bandi ed evitare che gli stessi escano alla rinfusa, sovrapponendosi e concedendo poche settimane per candidare i progetti.
Occorrono i tempi necessari ad approntarli, considerando altresì che il progetto ha obbligatoriamente i suoi “sub-Progetti”, progetto di fattibilità, progetto definitivo e progetto esecutivo, questi ultimi commissionabili (sembra) solo se c’è la copertura finanziaria dell’intero costo dell’opera.
Ciò anche perché se i bandi del PNRR chiederanno, come condizione per candidare i progetti, la loro ‘cantierabilità’, il rischio è che vadano avanti solo i progetti che i comuni erano già in grado di finanziare con proprie risorse, prima del PNRR. Con il risultato che si colga solo una piccola parte di questa irripetibile opportunità chiamata PNRR.
I miliardi sul tavolo possono essere, anziché una liana a cui aggrapparci, sia una valanga di debito pubblico improduttivo, che può sommergerci, sia un qualcosa che perderemo per non riuscire a chiederli per tempo e nel modo giusto.
Ciò detto occorre la tenacia di non voler perdere questo treno e la combinazione di visione politica e di capacità di coinvolgimento degli attori economici e sociali.
Occorre cambiare il rapporto tra amministrazione, cittadini e imprese, passando dal paradigma del controllo a quello della fiducia.
Occorre riformare i servizi locali e le gare per gli affidamenti pubblici, su cui l’Europa ci invia continue diffide.
Stiamo vivendo la più lunga e complessa fase di cambiamento che la storia recente ricordi, la sospensione del tempo vissuta sarà servita a qualcosa solo se sceglieremo di non essere più in ritardo.